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Responsabilità medica e consenso informato: diritti del paziente e obblighi del medico

  • Immagine del redattore: Francesco Magurno
    Francesco Magurno
  • 27 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

La responsabilità medica e il consenso informato rappresentano due pilastri fondamentali del diritto sanitario. Il primo concerne la possibile responsabilità civile dei medici e delle strutture sanitarie in caso di errore o negligenza, mentre il secondo garantisce al paziente il diritto di scegliere in modo consapevole se sottoporsi o meno a un trattamento sanitario. La normativa italiana, attraverso il Codice Civile, la legge n. 219/2017 e la Legge Gelli-Bianco, disciplina dettagliatamente questi aspetti, stabilendo diritti e doveri sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.

Il consenso informato: un diritto fondamentale del paziente

Sul consenso informato si fonda il principio secondo cui nessun trattamento medico può essere effettuato senza il consenso libero e consapevole del paziente. Questo diritto trova fondamento in diverse fonti normative:

  • Articolo 32 della Costituzione: stabilisce che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".

  • Codice Civile, articolo 2043: impone l'obbligo di risarcire il danno ingiusto causato da un comportamento doloso o colposo.

  • Codice Deontologico Medico, articolo 35: sancisce il dovere del medico di informare il paziente in modo completo, chiaro e comprensibile.

  • Legge 22 dicembre 2017, n. 219: disciplina espressamente il consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento (DAT), sottolineando l'autodeterminazione del paziente nelle scelte sanitarie.

  • Corte di Cassazione, Sezioni Unite, sentenza n. 28985/2019: ha chiarito che il mancato rispetto del consenso informato costituisce un illecito autonomo rispetto alla responsabilità per la cosiddetta “malpractice”.

Secondo la giurisprudenza, il consenso informato deve essere chiaro, specifico e documentato, illustrando:

  1. La natura del trattamento proposto;

  2. I benefici e i possibili rischi;

  3. Le alternative terapeutiche disponibili;

  4. Le conseguenze in caso di rifiuto.

Il medico ha il dovere di fornire queste informazioni in modo comprensibile e accessibile, adeguandole al livello di conoscenza del paziente. La violazione di questo obbligo può generare responsabilità risarcitorie a carico del medico e della struttura sanitaria, anche in assenza di un errore medico strettamente inteso.

La responsabilità medica: profili civili

La responsabilità medica si configura quando vi è un danno subito dal paziente a causa di una condotta negligente, imperita o imprudente. Secondo l'articolo 1218 del Codice Civile, il medico che non esegue correttamente la prestazione sanitaria può essere tenuto al risarcimento del danno.

La Legge Gelli-Bianco (Legge 8 marzo 2017, n. 24) ha introdotto una distinzione tra:

  • Responsabilità contrattuale: il paziente deve provare solo il danno e il nesso causale.

  • Responsabilità extracontrattuale: il paziente deve dimostrare la colpa oltre al danno e al nesso causale.

La giurisprudenza più recente, con la sentenza della Cassazione n. 29315/2020, ha ulteriormente ribadito la necessità di una corretta informazione da parte del medico, sottolineando che la violazione del consenso informato può costituire un danno autonomamente risarcibile.

Il risarcimento del danno

Se un paziente subisce un danno per errore medico o mancato consenso informato, può chiedere il risarcimento per:

  1. Danno biologico (lesione dell'integrità psico-fisica).

  2. Danno morale (sofferenza soggettiva).

  3. Danno patrimoniale (spese mediche, perdita di reddito, ecc.).

  4. Danno esistenziale (alterazione delle normali abitudini di vita derivante da un danno alla salute o da una lesione dei diritti fondamentali).

Il termine di prescrizione per l'azione risarcitoria è di 10 anni per responsabilità contrattuale e 5 anni per responsabilità extracontrattuale.

La quantificazione del danno segue i criteri elaborati dalla giurisprudenza e dalle tabelle del Tribunale di Milano, che costituiscono il principale riferimento per la liquidazione dei danni non patrimoniali.

Conclusione

La responsabilità medica e il consenso informato sono aspetti cruciali nella relazione medico-paziente. La normativa italiana impone ai sanitari di fornire informazioni dettagliate e di rispettare il diritto del paziente di decidere sulla propria salute. Allo stesso tempo, prevede forme di tutela per i medici, bilanciando il diritto del paziente con la necessità di garantire sicurezza e responsabilità nella pratica clinica. La violazione del consenso informato, anche in assenza di un errore tecnico, può determinare responsabilità risarcitorie, rendendo necessaria una particolare attenzione da parte del personale sanitario nell’adempiere ai propri obblighi informativi. Per una valutazione del tuo caso rivolgiti agli Avvocati del nostro Studio Legale che sapranno indicarti tutte le opzioni percorribili.

 
 
 

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